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Brazilian jiu jitsu nasce in Brasile grazie alla venuta in questo paese, nei primi anni del secolo, del console giapponese Mitsuyo Maeda, grande esperto di judo nello stile kodokan (di cui era un particolare esperto nella lotta al suolo), che fondò un dojo dove i membri della famiglia Gracie, cominciarono ad allenarsi.
Spiccò tra tutti Helio Gracie, uno dei più esili e gracili della famiglia, il quale disputò decine di incontri leggendari dimostrarono al mondo come la tecnica sopraffina del jiu jitsu poteva portare al successo nei combattimenti contro anche persone fisicamente molto superiori. Successivamente Royce Gracie nel famoso e primo evento sportivo UFC, finalizzò (fece arrendere) i suoi temibili avversari per leva, strangolamento, chiavi articolari, pressioni dolorose e altre tecniche di rara efficacia in altre discipline.
La forza fisica a terra, se non la si sa usare non conta niente!
Il
jiu jitsu brasiliano è un combattimento strategico, dove senza l'utilizzo di percussioni cerco di portare il mio avversario in posizioni sempre più svantaggiose fino ad averne il controllo totale. L'avversario può essere portato a terra con varie tecniche (judo, lotta libere, wrestling). Nel BJJ sportivo non necessariamente si deve proiettare l'avversario, ma ci si può letteralmente posizionare sotto di lui quando è ancora in piedi (“posizione chiamata guardia”) e ribaltarlo o finalizzarlo.
Il brazilian jiu jitsu è probabilmente l'arte marziale più efficace al mondo, tutti gli atleti professionisti dell UFC ( incontri di
MMA, mixed martial arts) sono cinture nere di questa disciplina.